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Storia del Cimitero monumentale di Mantova

Il problema delle inumazioni nei cimiteri parrocchiali e all'interno delle chiese cittadine venne affrontato concretamente per la prima volta dal Governo Austriaco: per motivi di igiene pubblica nel 1750 venne spostato fuori porta S. Giorgio il Cimitero Militare, mentre si raccomandò l'accurata chiusura delle tombe civili entro la cinta muraria e l'utilizzo di calce viva al fine di evitare esalazioni nocive.

Il primo Cimitero Pubblico di Mantova risale al 1790 e venne costruito fuori porta San Giorgio. L'iniziativa non incontrò il favore della popolazione, che continuava a preferire la tumulazione presso le chiese cittadine, e il nuovo cimitero finì per accogliere solo i poveri.
Fu solo nel 1797, per ordine del comandante in capo del Mantovano, il generale francese Miollis, che venne imposto l'allontanamento immediato dalla città dei cimiteri. Il sito idoneo ad accogliere il Cimitero cittadino fu individuato lungo l'asse stradale Mantova-Cremona, poco prima di Borgo Angeli.
Realizzato rapidamente e necessitando di continui ampliamenti, il nuovo cimitero presentò a lungo un aspetto incompiuto, poco decoroso e inadeguato per una città ormai entrata a far parte del Regno d'Italia (1866) e diventata capoluogo di provincia.
Nel 1904 per la costruzione della nuova facciata venne bandito un concorso pubblico di risonanza internazionale, vinto dall'architetto milanese Ernesto Pirovano con un progetto grandioso, che ottenne anche il premio Reale di Architettura all'Esposizione Internazionale di Milano nel 1906. Il progetto prevedeva la realizzazione di una struttura monumentale, ricca di gallerie, cappelle e gradinate, decorate secondo l'imperante e prezioso gusto Liberty.
I lavori iniziarono nel 1919. Poiché nel 1928 erano state realizzate solo poche campate delle gallerie di ponente, fu necessario apportare delle modifiche al progetto, rivelatosi eccessivamente impegnativo e economicamente oneroso per la città.
La risposta di Pirovano fu adeguata: il nuovo progetto perse la precedente grandiosità ma acquisì il pregio di una severa e solenne semplicità. I lavori poterono riprendere nel 1937 per essere conclusi l'anno successivo.

GLI AUTORI

ERNESTO PIROVANO (Milano 1866 - 1934)

Allievo dell'architetto Angelo Colla, si formò a Milano e svolse la sua attività di progettazione soprattutto in Lombardia (Cimitero Monumentale di Mantova, 1906; Cimitero di Bergamo, 1900-1913; Casa Ferrario e Casa Tensi a Milano, primo decennio del '900). Aderì al Modernismo, di cui fu un interprete originale; lasciò infatti largo spazio all'applicazione di eterogenei criteri architettonici e soluzioni di tipo eclettico nelle proprie creazioni, con risultati che esulano dallo stile Liberty tradizionale.

ALDO ANDREANI (Mantova 1887 - Milano 1971)

Aldo Andreani si formò a Mantova, sua città natale, lavorando nei cantieri con il padre ingegnere. Da questa sua prima formazione, completata con la laurea in Architettura ottenuta nel 1914 al Politecnico di Milano e con la frequenza al corso speciale di scultura all'Accademia di Brera (1926 - 1928), conservò il gusto per la trattazione plastica, l'attenzione artigianale per i materiali e la cura per un loro corretto impiego.
La sua attività si colloca per lo più negli anni compresi tra le due guerre. Rifiutando l'adesione a correnti o movimenti ufficiali, egli assunse posizioni isolate nella cultura del tempo, coltivando quell'atteggiamento di esasperata individualità proprio della cultura romantica ottocentesca, ma sostenuto ancora dalle avanguardie del primo Novecento.
I progetti di Andreani documentano l'uso maturo del linguaggio eclettico, ormai affrancato dalle regole classiche, e l'adozione del repertorio decorativo del Liberty, anche se nelle sue opere l'elemento ornamentale ha il compito di sottolineare i valori puramente architettonici e l'espressività dei volumi.
Molto attivo a Milano, a Mantova fu impegnato in progetti di restauro di edifici storici, nella realizzazione di ville, nella costruzione della Camera di Commercio e, al cimitero di Frassino, della cappella funeraria di una nobile famiglia mantovana.

Come scultore, noto per le opere in bronzo, terracotta, ceramica, pietra, lascia nel Cimitero Monumentale di Mantova due monumenti sepolcrali.

CARLO CERATI (Casalmaggiore 1865 - Mantova 1948)

Distintosi già in età giovanile per la proprie doti artistiche, studiò a Milano, frequentando la scuola di disegno del Castello Sforzesco. Incoraggiato dagli ottimi risultati raggiunti, venne ammesso nel 1891 al corso speciale di scultura presso l'Accademia di Brera, dove ottenne brillantemente il titolo accademico nell'anno 1894-1895.
Dopo un primo periodo trascorso nel capoluogo lombardo, durante il quale realizzò ritratti per la borghesia milanese e sculture per il Cimitero Monumentale, si trasferì definitivamente nel 1898 a Mantova, assecondando le pressioni degli amici e declinando le prestigiose offerte provenienti dall'American Art Institute e dalla corte imperiale di Pietroburgo.
Lavorò intensamente tra il 1900 e il 1925: busti, targhe, monumenti funebri, opere soprattutto di destinazione pubblica, molte delle quali di grande impegno e dimensioni. Unico scultore di un certo rilievo presente a Mantova in quegli anni, si trovò spesso a soddisfare una committenza borghese legata a gusti accademici e solo in rari casi poté dare forma alle proprie inclinazioni estetiche, aggiornate alle istanze preraffaellite e Liberty.
L'avvento del fascismo coincise con il declino della breve fortuna di Cerati: non disposto ad allinearsi al nuovo regime, vide sistematicamente boicottati i suoi lavori e la sua attività, in un periodo in cui le opere più prestigiose erano di natura pubblica, fu relegata alle commissioni private.
Interprete moderato del Liberty, si distinse per la capacità di conciliare la piacevolezza formale con le possibilità espressive offerte dalla materia e dalla figura umana, soggetto privilegiato delle sue sculture.
Morì improvvisamente a Mantova nel 1948: quattro anni prima un bombardamento aveva raso al suolo il suo studio, distruggendo opere, bozzetti, progetti e documenti, testimonianza dell'alacre attività di un'intera vita.

GIUSEPPE MENOZZI (Casteldario 1895 - Mantova 1966)

Dopo la prima formazione all'Accademia Cignaroli di Verona, nel 1923 l'artista si trasferì a Roma per proseguire gli studi di perfezionamento grazie ad una borsa di studio dell'Istituto Franchetti di Mantova. Interessato all'aspetto tecnico e materico del fare arte, sondò meticolosamente le potenzialità espressive di vari materiali scultorei, in particolare del bronzo e dei metalli preziosi. La sua produzione, assai eterogenea, spazia dai ritratti ai monumenti funerari, alle suppellettili liturgiche; un posto particolare occupano i numerosi monumenti ai caduti e le targhe commemorative della Prima Guerra Mondiale (Altipiano di Asiago; Governolo; Roncoferraro; Porto Mantovano), che lo vide personalmente impegnato tra il 1917 e il 1919.